Saturday, 10 May 2008

Una bella lettera

Io dico che non ci va...

Dopo le polemiche scatenate da Gianni Alemanno a proposito del Gay Pride, riceviamo e pubblichiamo una lettera di una lettrice che scrive al sindaco di Roma.

Caro sindaco Alemanno,

Leggo le sue dichiarazioni sul Gay Pride, secondo cui esso sarebbe "una manifestazione di esibizionismo sessuale", anche un po' aggressivo e decido di scriverle per farle notare alcune cose.

Già nel GayPride Nazionale di Roma dell'anno scorso, visto il momento difficile per la comunità gay (legge sui Dico affossata in Parlamento), la quasi totalità dei transessuali, decise spontaneamente di sfilare più coperta del solito. Giornali e televisioni, non contenti delle immagini di quel giorno dovettero rivangare vecchie immagini di repertorio per poter dare la loro deviata e pruriginosa informazione sul Pride.

Perché, invece di "leggere" il Pride sui giornali, non viene davvero a vederlo, come le ha chiesto Imma Battaglia? Troverà centinaia di migliaia di cittadini e cittadine romani, che sfilano con i vestiti di tutti giorni. Perché, come uomo delle istituzioni, non chiede alla stampa e alle televisioni, di non mostrare immagini eccessive che sono oltretutto minoritarie? Non lo dico certo per perbenismo, ma perché anche a me sembra ogni volta una strumentalizzazione, dare del Gay Pride una sola immagine. In questi giorni Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay Nazionale, ha chiesto alla comunità GLBT di sfilare al prossimo pride bolognese con il vestito del proprio mestiere.

Le faccio notare, inoltre, che le strade di Roma, ogni notte, sono teatro di esibizionismo sessuale ben peggiore, da parte di centinaia di migliaia di uomini, che mette a rischio anche la sicurezza stradale. Pensi alla Salaria, un autentico bordello a cielo aperto, dove trovano sfogo davvero troppi bravi padri di famiglia, oltre tutto con ragazzine nemmeno maggiorenni. Mi auguro che come sindaco la sua priorità sia difendere quelle donne dallo sfruttamento punendo chi crea pericolo alla cittadinanza.

Di recente ho difeso la croce celtica che porta al collo. Per qualcuno è un simbolo di morte perché viene equiparata alla svastica. Lei ha spiegato perché la porta al collo, per ragioni affettive, ed io credo che all'oggettività dei simboli, dobbiamo pur aggiungere l'umanità che essi posseggono e il valore soggettivo che gli si conferisce. Non metterei mai bocca sulla sacralità dell'amicizia. Credo, semplicemente, nelle parole che dice. Provi ora a fare lo stesso esercizio per il Gay Pride, manifestazione che ricorda il giorno in cui un gruppo di trans, a New York, si ribellò alle botte e agli stupri quotidiani dei poliziotti.

Esso per la comunità gay ha un valore simbolico. Il colore, le piume, la musica, ove ci sono, sono simboli di gratitudine verso chi, per primo, si è ribellato.

Caro Alemanno, oggi lei è anche il mio sindaco ed io, pur militando nel PD, faccio parte di quei 70.000 che si sono rifiutati di votare Rutelli. Le cose che lei dice sul Gay Pride, sono le stesse che pensano molti miei compagni di partito, quindi non ne faccio affatto un momento di scontro politico, ma la richiesta di una semplice cittadina al suo sindaco. Che sia il sindaco di tutti: venga a vedere che cosa è il gay pride. Si stupirà di venire accolto con gioia, tanto siamo abituati ad essere rifiutati, persino da chi dovrebbe essere dalla nostra parte.

Faccia questa cosa rivoluzionaria, creda nelle mie parole come io credo nelle parole dei ragazzi di Colle Oppio quando dicono di non essere più fascisti. Anche questo è un passaggio di riconciliazione nazionale. Pensi ai tanti sindaci di destra delle capitali occidentali che sfilano al Gay Pride. E superi anche lei il pensiero che l'omosessualità distrugge la famiglia. Noi facciamo parte delle famiglie eterosessuali e combattiamo per vedere riconosciute le nostre, a volte i migliori interpreti di questo valore, per la forza con cui lo desideriamo.
Cristiana Alicata, militante del Pd e del GLBT, scrittrice.

(Da Repubblica, 7 maggio 2008)

7 comments:

Anonymous said...

Cristiana Alicata ha anche un blog in cui parla di temi di attualità, politica e, talvolta, delle sue scelte di vita. E' brava, e la stimo. Questa lettera è indubbiamente molto bella, toccante e anche giusta nelle idee che esprime.
Non posso, però, evitare di dire che a me le esibizioni a cui spesso abbiamo assistito durante i vari Gay Pride non piacciono, mi urtano e le trovo fini a se stesse. Esteticamente brutte. Come trovai esteticamente brutto il fatto che al Family Day partecipassero esponenti politici pluridivorziati, con figli sparsi per il mondo e amanti varie alla loro corte.
Io non sono "orgogliosa" di essere etero. (E non mi si venga dire che non c'è motivo d'esserlo perché "etero è normale", altrimenti tutti i ragionamenti dei gay vanno a farsi benedire...) Né mi esibisco in piume di struzzo, e mezza nuda, ballando su carri carnevaleschi. Ecco, è questo senso di esibizione, di ostentazione che mi irrita. Questo bisogno di mostrarsi peggiori di ciò che si è nella vita di tutti i giorni. Questa necessità di travestirsi da caricature di se stessi.
Si tratterà senz'altro di una minoranza, come dice l'Alicata, ma purtroppo è proprio quella minoranza che arriva fino a noi, che rompe il muro del silenzio e dell'indifferenza, che 'rimane' impressa. Esattamente come il gruppetto di fascistuncoli che ha ucciso di botte quel povero ragazzo: non tutti sono così, ma a noi sono loro a rimare impressi, e alla fine - e non del tutto gratuitamente - identifichiamo il neofascista con la testa di cazzo.
Non ci dovrebbe essere una giornata dell'Orgoglio Gay. L'orgoglio di essere quel che si è si porta dentro di sé con dignità e pudore.
V

marcouk76 said...

@ Vale: Grazie per il commento.
Io l'autrice della lettera non la conosco, non sapevo neanche che fosse "nota". Ho solo trovato la lettera molto bella e ho deciso di darle spazio sul mio blog.

Per quanto riguarda quello che dici, sono d'accordo fino ad un certo punto.

Concordo con quello che dici riguardo all'ostentazione forzata, alle piume di struzzo e ai carri carnevaleschi.

Non concordo però quando dici che non c'è bisogno di una giornata per l'orgoglio gay, che io preferisco comunque definire "Gay Pride" (stessa cosa, ma suona meglio!). Fino a quando i gay verranno discriminati e umiliati di questa giornata ce ne sarà molto bisogno secondo me, magari con meno piume di struzzo ma con sempre più ragazzi e ragazze che trovano il coraggio di uscire (in ogni senso) e far valere la propria posizione nella società.

Secondo me è molto importante.

Un bacio.

Anonymous said...

Beh, c'è chi lo vede esibizionismo sessuale chi no.

Ma è normale. Da cosa nasce cosa. Se tu fai una legge è normale che a qualcuno su 55 milioni non andrà bene.

Comunque mi dispiace non esserci stato nella settimana, ma internet...

Comunque, anche se in ritardo, auguri per il 32!

Magari ci sarò quando fai gli anni di Cristo... :D

Anonymous said...

ciao marco
credo che sia giusto manifestare l'uguaglianza per tutti e che anche i gay debbano farsi sentire, dire NOI SIAMO QUI, E SIAMO COME VOI, NON SIAMO APPESTATI DA EMARGINARE!!
però credo che ostentare piume e colori e tutte queste cose qui, non sia un ottimo modo per farsi accettare..credo sia troppo eccessivo!
stammi bene

LuCa

marcouk76 said...

@ Pandoro: Prima di tutto bentornato e grazie degli auguri, per quanto riguarda gli anni di Cristo... ok lui però a 33 anni è morto eh...!!!

@Luca, beh allora la pensiamo proprio allo stesso modo!

Beca said...

il pride è giustissimo (anche se l'anno scorso a roma non sono andato) e dato che il mondo è bello perchè è vario, ognuno si può agghindare come vuole (sono comunque una minoranza le persone ocn le piume)..
purtroppo c'è ancora troppa gente rimasta indietro di 100 anni in italia..

marcouk76 said...

Grazie per il commento Beca/Novat.