Thursday, 24 July 2008

Se lo conosci lo eviti

In questi giorni ho letto una notizia particolare. Gli Stati Uniti, salvo imprevisti, rimuoveranno il divieto per persone straniere affette da HIV di entrare nel loro territorio.

Da circa 20 anni infatti, gli Stati Uniti sostenevano questo divieto tramite una domanda nella carta d'ingresso che si compilava sull'aereo che chiedeva di dichiarare se si era affetti da una malattia sessualmente trasmissibile. In caso di risposta positiva all'arrivo negli Stati Uniti l'ingresso sarebbe stato rifiutato.

Se all'aeroporto americano gli ispettori trovassero nel bagaglio delle medicine per curare l'HIV, il soggetto verrebbe considerato immigrato clandestino-fraudolento, schedato, rispedito al mittente e il passaporto timbrato con un esclusione a vita dagli Stati Uniti.
L'America e' una di sole 12 nazioni al mondo che sostengono questa discriminazione/divieto di ingresso e le altre 11 (fra cui per esempio Russia, Libia, Sudan e Arabia Saudita) non possono essere certo considerate cosi` sviluppate.

Da notare che gli Stati Uniti sono il paese occidentale con il piu` alto numero di persone sieropositive al mondo (circa 500.000).

La discriminazione che questa malattia si porta dietro e` ancora altissima e spesso si dimentica del fatto che un malato e` un malato. Punto.

Nessuno si sognerebbe di impedire l'ingresso in una nazione ad un malato di cancro o di diabete. "Ah ma queste malattie non si trasmettono!". Beh certo, ma l'HIV non si trasmette poi cosi' facilmente. Chiunque al giorno d'oggi dovrebbe prendere le stesse precauzioni andando a letto con un'altra persona per la prima volta. E quindi perche` negli Stati Uniti e' stato introdotto questo divieto?

La ragione e` da ricercarsi nel "periodo" in cui e` stato introdotto. Era il 1987, gli anni in cui essere diagnosticati HIV+ era fondamentalmente una condanna a morte, gli anni delle 40 pillole al giorno, gli anni di "Philadelphia", e della pubblicita`-progresso con le persone circondate di viola. Gli anni dei volti scavati. Gli anni del "ti restano 6 mesi". Gli anni in cui non si sapeva che pesci pigliare insomma.

Oggi un recente studio danese stima che una persona che contrae l'HIV a 25 anni, muore in media a 63 anni quindi circa 12-15 anni prima rispetto ad una persona HIV negativa. Per questo i medici tendono a paragonare l'HIV al diabete. Una malattia che richiede una terapia giornaliera (da 1 a 3 pillole al giorno), un monitoraggio periodico da parte di medici, una particolare attenzione a mantenere uno stile di vita salutare (alimentazione ed esercizio), etc. In sostanza, come il diabete, l'HIV oggi viene considerata una malattia cronica e non piu` terminale.

E' quindi giunto il momento di togliere questo divieto? Secondo me si'. La proposta di legge bi-partisan e` passata con 80 favorevoli e 16 contrari al Senato ed e` ora al vaglio di una speciale commissione. Per essere approvata infine, il Presidente degli Stati Uniti dovra' firmarla e George W Bush ed entrambi i 2 candidati alla Casa Bianca McCain e Obama si sono gia` detti favorevoli.


5 comments:

Saretta said...

è davvero vergognoso, certa gente è davvero ottusa...

clauds said...

anche gli emirati arabi uniti (che per strani motivi tutti considerano un paese abbastanza avanzato... e che ce la mette tutta per sembrarlo...) adottano questa policy per i richiedenti visto.
per ottenere un resident visa ci si deve sottoporre ad esami del sangue e se si viene trovati positivi all'HIV, la richiesta di visto viene immediatamente cancellata, il richiedente immediatamente rimpatriato e "blacklisted"! inutile dire che comunque e' pieno di sieropositivi e l'AIDS e' ugualmente molto diffuso/a (AIDS e' femminile o maschile???).

per i cittadini di nazionalita' emiratina invece, si viene chiusi a spese del governo in centri appositi!!!

beh, giusto per rendere note notizie di malasanita' da un paese che non e' l'italia: e' successo tempo fa che un uomo libanese di mezza eta' con lavoro e famiglia ad abu dhabi (una bravissima persona, come direbbero i vicini intervistati da studio aperto) ha contratto AIDS in seguito a delle trasfusioni effettuate in un ospedale e, quando il caso e' stato scoperto, non solo non ha ricevuto alcun risarcimento, ma e' stato rimpatriato a forza dopo oltre 25 anni di vita nel paese.

beh, scusami per il commento lungo.
comunque il blog mi piace!

un saluto

marcouk76 said...

Grazie per il commento "clauds".
Beh, io mi riferivo solamente all'entrata in un paese come turista per poco tempo.
I paesi che rifiutano la residenza ai sieropositivi sono moltissimi!
Comunque ti aggiungo alla lista blog amici e al mio Google Reader.

clauds said...

ops, scusa... direi che avevo frainteso!
comunque questo dimostra solo quanta discriminazione e perbenismo ci siano nel mondo (e soprattutto nel paese "faro della democrazia e della liberta'"... gia' gia')

marcouk76 said...

La questione della residenza la posso capire, in un certo senso. Soprattutto se il paese in questione offre assistenza sanitaria gratuita.

Le medicine per l'HIV sono molto costose, per non parlare delle cure necessarie per le complicazioni e pertanto se un paese non limita l'ingresso nel proprio paese si ritroverebbe a doversi accollare le spese per le cure.

La cosa però dovrebbe valere per tutte le altre malattie croniche però! Diabete, tumori, etc.

I paesi dell'Unione Europea comunque garantiscono la libera circolazione.